martedì 30 maggio 2017

Piccolo pensiero sulla scuola "La scuola è un'azienda"

La scuola è un’azienda. Bisogna produrre, introdurre problemi ad una vita già complicata ed essere guardati attraverso un numero e non attraverso un sacrificio: magari noi passiamo ore intere dietro ai libri, per poi alla fine non riuscire a produrre nulla e ci viene detto “che siamo dei nullafacenti”. Ma perchè continuare con i voti? Perchè non basarsi sul tempo speso, sull’impegno e sul coraggio di andare avanti? Perchè cazzo valiamo quanto dei numeri? Io personalmente sono demoralizzato, sono stufo di affrontare certi discorsi in classe, sono esausto degli sbagli che vengono commessi quando si parla di me e non trovo giusto che un pomeriggio al mese 10 persone che erano come me, abbiano il diritto di parlare di me senza che io lo sappia. E non ti puoi difendere, è la tua parola contro la loro e chi vincerà? Immaginatevi, tanto si guardano solo quei numeri scritti dopo una giornata storta, un malessere fisico, un piccolo bisogno di “abbandonare” la giornata per fare qualcosa di diverso, di utile e di rinascita. Fateci rinascere e i vostri numeri gli avrete!

"SCRIVO DA CHE HO MEMORIA DI ME"

Gualberto Alvino, docente di letteratura, filologo, critico letterario e scrittore. Una persona con alle spalle una grande esperienza culturale, da far sì che le sue lezioni siano molto “interattive” e “fuori dagli schemi”.
Ma scopriamo qualcosa di più sul suo conto:
Com’è incominciata la passione per la scrittura?
Scrivo da che ho memoria di me. Come sia iniziata la mia passione non saprei dire (inclinazione naturale? Bisogno di esprimere i mille pensieri che mi turbinavano dentro fin da piccolissimo?); quel che è certo è che la passione non è ancora finita. Scrivo per necessità”.
I libri che in genere scrive, di cosa trattano?
Poesia, narrativa, critica letteraria, filologia”.
I pro e i contro nel suo mestiere?
Più contro che pro, per la verità. E’ una specie di condanna: di giorno si scrive chiusi in una stanza (anche 8-10 ore di seguito) e di notte si riflette sul lavoro svolto, che spesso viene distrutto senza pietà il mattino dopo. Il solo aspetto positivo (forse l’unico) di questo mestiere, come giustamente lo chiami tu, è la risposta dei lettori: la gioia di sapere che qualcuno – uno sconosciuto che vive in Francia, in Argentina o in Australia – ha letto e compreso perfettamente le tue pagine, è indescrivibile”.
Com’è incominciato il suo lavoro da docente?
Per puro caso. Un mio amico mi convinse a far domanda, mi presentai al concorso, lo vinsi, ed eccomi qua”.
Cosa pensa della scuola in generale?
La decadenza della scuola riflette la decadenza della società. Permettimi di non aggiungere altro”.
Che tipo di persona si definisce?
Spetta agli altri definirmi, soprattutto ai miei figli e ai miei alunni. Ho commesso e continuerò a commettere mille errori, ma è certo che tutto quel che faccio è dettato da onestà, intima persuasione e buona fede”.
Che consiglio sente di dare a noi giovani?
In genere detesto dar consigli (e voi ragazzi, del resto, detestate riceverne), ma qualcosa sento di potervi dire: cercate di far bene quel che fate e costruite giorno dopo giorno, ora dopo ora il vostro futuro, anche sacrificandovi se è necessario”.
Progetti per il futuro?
Ho appena iniziato il mio quarto romanzo, che mi occuperà per tre o quattro anni, e una serie di saggi su alcuni autori del Novecento, che conto di terminare entro il 2018”.
Di tutti i suoi libri che ha scritto, qual è quello che ha avuto più impatto, sia per lei che per il suo pubblico?
Senza dubbio l’ultimo romanzo, “Pelle di tamburo”, benché sia ancora inedito”.



Articolo di Gianmarco De Grassi

Si pubblicano le foto dello spettacolo teatrale "Artisti per la strada"

Si pubblicano le foto dello spettacolo teatrale del 25/05/2017